L’ariete torpediniere Puglia della Regia Marina apparteneva alla classe Regioni o Lombardia, ed era derivato dall’ariete torpediniere Dogali. Esso fu uno dei tanti progetti del generale Edoardo Masdea, del genio navale della Regia Marina. La nave era stata progettata per il servizio stazionario nelle colonie ed oltremare, e di conseguenza era poco adatta ai servizi di squadra, ma ottima per quelli in mari lontani. Lo scafo aveva un rivestimento in legno ricoperto di lastre di zinco per sopportare lunghe campagne coloniali e navigazione nei mari tropicali.
La nave, terminato l’allestimento, svolse la sua prima crociera con partenza da Taranto il 23 marzo del 1901, con sosta a Napoli e trasferimento alla Spezia per essere armata per il lungo viaggio in Australia, con il compito di negoziare l’emigrazione italiana[non chiaro] in quell’area. La nave Puglia, partita dalla città ligure il 3 giugno, giunse il 14 luglio nel porto di Fremantle, poco distante dalla città australiana di Perth; dopo aver visitato Adelaide, Melbourne, Hobart e Sydney, il 30 ottobre lasciò Brisbane, e navigando nelle acque della Nuova Guinea e delle Isole Filippine giunse in Cina per unirsi alla Forza Navale oceanica in Estremo Oriente. Nell’occasione l’unità era dipinta con colorazione grigio scuro.
Prese poi parte alla guerra italo turca, operando principalmente nel Mar Rosso. Nel 1914 venne sostituito l’armamento e l’unità fu riclassificata incrociatore protetto di 3ª classe.
Nel corso della prima guerra mondiale svolse il suo servizio principalmente nell’Adriatico, dove venne utilizzato anche come presenza in porti dalmati. Al termine del conflitto la nave venne a trovarsi al centro degli incidenti di Spalato, occorsi tra il 1918 e il 1920, che causarono tra l’altro la morte del comandante Tommaso Gulli. Nel 1921 venne ancora sostituito l’armamento e la nave venne riclassificata come posamine.
La nave Puglia nel 1923, dopo essere stata posta in disarmo e radiata, venne donata dalla Regia Marina a Gabriele d’Annunzio: la prua e gran parte delle sovrastrutture (castello, ponte, artiglierie, ecc.) vennero quindi inserite dal poeta nel parco del Vittoriale degli italiani, simbolicamente rivolta verso l’Adriatico.
L’ingegnere che si occupò della ricostruzione del ponte di comando fu Silla Giuseppe Fortunato.