Stanza del Mascheraio

La stanza è così denominata dai versi sopra lo specchio del camino, composti in occasione della visita di Mussolini al Vittoriale nel maggio del 1925: “Al visitatore / Teco porti lo specchio di Narciso? / Questo è piombato vetro, o mascheraio. / Aggiusta le tue maschere al tuo viso / ma pensa che sei vetro contro acciaio“.

Questa anticamera fungeva da sala d’attesa per le visite ufficiali. Al suo interno sono collocati circa novecento volumi, fra cui anche spartiti musicali e una ricca collezione di dischi, una radio e un grammofono. Da segnalare il lampadario in vetro di Murano raffigurante quattro cornucopie, il cavallo in bronzo di Dario Elting presentato all’esposizione di arti decorative a Parigi nel 1925, le sedie con lo schienale a lira di Giancarlo Maroni e alcuni vasi faentini in stile déco di Pietro Melandri. Si dice che D’Annunzio abbia fatto attendere Mussolini due ore in quella stanza. Probabilmente Mussolini non attese che pochi minuti ma in quel momento storico anche solo il fatto che d’Annunzio non lo abbia accolto all’ingresso era già quasi un’onta.